giovedì 19 giugno 2014

La Commissione ex art. 50 del decreto legislativo 449/92 dell'Aministrazione della Polizia Penitenziaria faceva parte dello STESSO COMPLOTTO dei miei ex Superiore del carcere di Trapani, TUTTO, per distruggere la mia onorata carriera. VERGOGNA.



Il mio onore e la mia dignità per aver onorato le regole dello Stato per 27 anni da poliziotto penitenziario.


E-MAIL INVIATA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO

da: Giuseppe Picone pikeni.picone@gmail.com a: segreteria.ministro@giustizia.it
data: 28 aprile 2014 07:50 oggetto: Da consegnare al Signor Ministro della Giustizia Orlando
Signor Ministro Orlando, Lei non risponde alle mie e-mail che Le ho inviato, ma questo, non dimostra assolutamente che Lei sappia e rimane in silenzio sulla  mia storia crudele che vivo e per cui la vivo.

Signor Ministro, per capire le mie sofferenze; basterebbe che i Suoi segretari le farebbero vedere la documentazione reale che vi è all'interno del mio blog.

Questo è il contenuto che ho pubblicato oggi su Facebook:

"IL "PAZZO" ALLA RICERCA DELLA SUA DIGNITÀ PERDUTA !!!
Dopo 27 anni di servizio nella polizia penitenziaria sono stato congedato per patologia psichiatrica senza che mi risultassero atti di escandescenza sia in servizio e sia nella società, dall'ultima visita medica psichiatrica al CSM aprile 2014, risulta che non necessito di nessun trattamento farmacologico. 
Tanti amici mi dicono e mi scrivono di fregarmene e godermi la famiglia e la pensione, credetemi non posso dimenticare, anche perché, più guardo nel blog la documentazione che ho subito da parte dei miei ex Funzionari CONTRO il decreto legislativo 443 articoli 45 e 48 della Legge 395/90 e altri abusi CONTRO Legge. più divento una persona normale alla ricerca della mia dignità perduta. 
Firmato Giuseppe Picone il "pazzo".

Signor Ministro, sperando in una Sua personale risposta, io continuo a credere e a cercare la Legalità dello Stato che ho onorato nella mia carriera da poliziotto penitenziario.

La Ringrazio.

In fede, f.to Giuseppe Picone

91100 Trapani Sicilia

La verità che nessuno mi può negare e che ancora oggi  ahimè viene occultata !!!

Per 25 anni di servizio nella polizia penitenziaria ogni anno prendevo il massimo punteggio di 30, gli ultimi 2 anni senza mai aver sbagliato in servizio dal punteggio di 30 sono passato al punteggio di 14, praticamente, i miei CARNEFICI il Comandante La Torre e il Direttore Vazzana del carcere di Trapani ingiustamente con i loro abusi, CONTRO la Legge E scrivendo il FALSO mi hanno tolto 16 punti.

Per 25 anni della mia carriera ho avuto in servizio il massimo punteggio di 30.

Dal momento che mi sono opposto a non fare entrare i telefonini CONTRO l'Ordine di servizio Ministeriale nel carcere di Trapani,  i miei CARNEFICI Funzionari  la mia classifica da punti 30 me l'hanno ridotta a punti 23 pur non avendo fatto nessuna infrazione disciplinare in servizio.
Il mio CARNEFICE Direttore scrive: "Si conferma il giudizio complessivo del Comandante di Reparto con l'ulteriore variazione avendo riscontrato la condotta in più occasioni e il persistere da parte del medesimo pur facendo rilevare la inopportunità e la violazione di regole di deontologie professionali".
In questa fase il mio CARNEFICE Direttore non mi poteva togliere 4 punti come decreto legislativo 433 artt, 45 e 48 della legge 395/90.

Presentavo istanza in merito come decreto legislativo 443 articolo 45 punto 4 all'Organo competente, il mio BOIA COMMISSIONE EX ART. 50 del Dipartimento dell'Amministrazione Polizia Penitenziaria.


Il mio BOIA  Commissione ex art. 50 mi conferma il giudizio dei miei CARNEFICI Funzionari, pur sapendo che il mio CARNEFICE Funzionario Francesca Vazzana  aveva violato il decreto legislativo 443 artt.45 e 48 della legge 395/90.

Cosa dice il decreto legislativo 443 art. 45 e 48 della Legge 395/90.

ART: 45 (Giudizio complessivo) 

1. L'organo componente ad esprimere il giudizio complessivo di cui agli articoli 46, 47, 48 e 49 può, con adeguata motivazione, variare in più o in meno, nei limiti indicati al comma 6 dell'articolo 44, i punteggi relativi ai singoli elementi di giudizio.
2. Ha altresì  facoltà di attribuire complessivamente due punti al personale che abbia riportato il punteggio previsto per ciascun elemento.
3. L'appartenente al Colpo di polizia penitenziaria, prima di opporre la firma sul modulo con il quale gli è comunicato il giudizio compressivo, prende visione de rapporto informativo.
4. Entro trenta giorni dalla comunicazione può ricorrere alla Commissioni per il personale  del Corpo di polizia penitenziaria, di cui all'articolo 50, con facoltà di inoltrare il ricorso in piego chiuso. 


Articolo 48 (Organo componente alla compilazione del rapporto informativo per il personale in servizio presso gli istituti penitenziaria)

1. Il rapporto informativo, per il personale del Corpo di polizia penitenziaria, in servizio presso gli istituti penitenziari, è compilato:
a) per il personale dei ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, dal direttore dell'istituto, Il giudizio complessivo è espresso dal provveditore regionale;
b) per il personale dei ruoli degli assistenti e dagli agenti, dal funzionario o dall'ispettore o dal sovrintendente dal quale direttamente dipende; il giudizio complessivo è espresso dal direttore dell'istituto.

Come si evince dall'articolo 48, io essendo Assistente Capo facevo parte della lettera b), pertanto il rapporto informativo mi è stato fatto dal mio ex Comandante di Reparto, in questa fase il Direttore come si evince dall'articolo 45, può solo confermare la classifica, oppure aumentarla di due punti.

Nell'anno successivo i miei CARNEFICI il Comandante di Reparto La Torre GIUSEPPE e il Direttore Francesca Vazzana, diminuiscono la mia classifica da punti 23 punti 14 senza che avevo commesso nessuna infrazione.


Il mio CARNEFICE Direttore scrive: "Si conferma il giudizio MEDIOCRE con la variazione in diminuzione tenuto conto dei procedimenti penali e disciplinari a suo carico, anche nei confronti della scrivente".
In questa fase il mio CARNEFICE Direttore non solo mi toglie 5 punti CONTRO il decreto legislativo 443 della legge 395/90, Addirittura  scrive il falso sulla mia persona.  Come si evince dagli atti della Procura di Trapani NON mi risulta NESSUN atto pendente con il mio CARNEFICE Direttore Vazzana e non avevo nessuna infrazione disciplinare con lo stesso CARNEFICE.


Presentavo di nuovo istanza in merito all'Organo competente, il mio BOIA Commissione EX ART:. 50  del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.


Visto che documentato tutto al mio BOIA Vice Capo del Dipartimento Di Somma, in merito alla mia classifica gli documentavo quello che mi stava succedendo da parte dei miei CARNEFICI al carcere di Trapani, dallo stesso BOIA ricevendo lettera  in merito.
Come si evince dal decreto legislativo  i ricorsi rivolti  nei termini prescritto, a organi diversi di quelli competenti, ma appartenenti alla medesima amministrazione, non sono soggetti a dichiarazione di irricevibilità  e i ricorsi stessi sono trasmessi d'ufficio all'organo competente.

 
Risposta  del  mio BOIA  Commissione Ex ART. 50, NON è stato accolto dalla competente Commissione che ha ritenuto "IRRICEVIBILE" il ricorso, in quanto presentato oltre i termini di legge. 
Quali termini di legge visto che mi ero rivolto al  mio BOIA Vice Capo del Dipartimento e al mio BOIA Provveditorato della Sicilia, tra l'altro, il Presidente del mio BOIA Commissione ex art. 50 era il mio BOIA Vice Capo del Dipartimento Di Somma.
Tante è vero, come si evince dalla documentazione  ho perso la possibilità dopo 27 anni di onesto servizio di poter partecipare al Corso di Sovrintendente perché la mia classifica era. inferiore a BUONO.
IL PARADOSSO: Pur di escludermi di partecipare al concorso il mio BOIA  scrive che sono nato a Bari, quando invece io sono nato a Nicosia Sicilia. 

Complotto riuscito sulla mia persona dai miei CARNRFICI Funzionari Francesca Vazzana e La Torre Giuseppe e dal mio BOIA Dipartimento della Polizia Penitenziaria.
Il loro errore; sia i miei CARNEFICI e sia il mio BOIA non avevano preventivato internet, oggi le loro porcherie contro le regole dello Stato da parte dei miei CARNEFICI Funzionari e del mio BOIA Dipartimento della Polizia Penitenziaria  li guarda oltre il nostro Paese il Mondo.  

domenica 15 giugno 2014

CHE DELUSIONE E CHE VERGOGNA NAZIONALE!!!

10 ANNI D'INFERNO E DI MASSACRO

SOLO PERCHÉ IO.........  




STATO IN QUESTI 10 ANNI CHE TI CERCO CHI TI HANNO RAPPRESENTATO E TI RAPPRESENTANO DOVE ERANO E TUTT'OGGI DOVE SONO?????.

PERCHÉ DOVEVA ENTRARE QUEL TELEFONINO CONTRO L'ORDINE DI SERVIZIO MINISTERIALE AL CARCERE DI TRAPANI?????.
PERCHÉ HO DOVUTO SUBIRE SULLA MIA PERSONA ABUSI E VIOLAZIONI DI LEGGE DA PARTE DEI MIEI FUNZIONARI SENZA CHE NESSUNO DELLA MAGISTRATURA E DELLE ISTITUZIONI VUOLE INTERVIENE IN MERITO A QUESTO SCEMPIO?????,

RICORDATEVI........... NON HA VINTO LA LEGALITÀ, HA VITO L'ILLEGALITÀ DI ALCUNI MAGISTRATI DELLA PROCURA E TRIBUNALE PENALE DI TRAPANI.


Denuncia documentata.

AL SIGNOR PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA 

PRESSO IL TRIBUNALE DI TRAPANI


OGGETTO: Denuncia – Querela nei confronti di :
Dott.ssa FRANCESCA VAZZANA
attualmente in servizio presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo.
Io sottoscritto ex Assistente Capo della Polizia Penitenziaria Picone Giuseppe, nato a Nicosia (Enna) il 18/08/1959, residente a Trapani, Piazza Generale Scio n° 7.
Signor Procuratore, sono passati ormai otto anni dal mio congedo come poliziotto penitenziario ma purtroppo continuo a subire dello stalking. Espongo di seguito quanto avvenuto il giorno 10/03/2014 presso la Casa Circondariale di Trapani.
Ho ricevuto una raccomandata A/R da parte del Direttore del carcere di Trapani (allegato 1) 
con invito a presentarmi presso la Casa stessa. Giunto sul posto, il mio ex collega di turno in portineria al momento Verme Baldassare mi fa presente che non potevo entrare negli uffici della segreteria in quanto vi era ancora un vecchio ordine di servizio dell'ex Direttore Vazzana Francesca che mi vietava l'ingresso all'interno dell'istituto (allegato 2).

Signor Procuratore, attraverso l'allegato 3  le documento l'ordine di servizio di quel vecchio giorno con le motivazioni che spiegano perche' non potessi entrare. Un trattamento che non si riserva neanche ad un delinquente e che invece e' stato diretto al poliziotto che nella sua carriera e' stato esemplare in servizio.

Signor Procuratore, aspettando con amarezza l'ultima ingiustizia che stavo subendo nella sala d'aspetto, dove era presente tra l'altro un'altra signora, mi raggiungeva la segretaria Polisano per comunicare il provvedimento a mio carico; constatando che non c'era il benche' minimo rispetto per la propria privacy decidevo di non ricevere la comunicazione nella sala d'aspetto in presenza di altre persone affermando che visto che non potevo entrare neanche in segreteria avrebbero poi provveduto loro a farmi la comunicazione presso il mio domicilio.
Signor Procuratore, in breve le documento questo mio calvario che dura ormai da dieci anni. Mentre ero un giorno in servizio presso la seconda porta del carcere di Trapani mi accorgevo che un geometra civile voleva entrare all'interno dell'Istituto con al seguito il telefono portatile. Mi sono opposto a cio' in quanto l' ordine Ministeriale vieta l'entrata in tutte le carceri d'Italia dei telefonini. Soltanto un magistrato per ragioni d'Ufficio puo' ovviare alla regola (allegato (4).

Da lì ho iniziato a subire l'inimmaginabile; il Direttore Vazzana mi disse che “sono una testa di cazzo” (come da allegato 5); 

inoltre ho dovuto subire sia dalla stessa che dal Comandante abuso di potere, violazione dei decreti legislativi della Legge 395/90, violazione della Costituzione e falso scritto dall'ex Direttore Vazzana che posso documentare anche con atti della Procura di Trapani qualora lo ritenesse opportuno.
Signor Procuratore, Le documento come il Direttore Vazzana applicasse in modo preciso le disposizioni sugli ordini di servizio riguardanti il sottoscritto come si evince dagli allegati 2 e 6 

scrivendo nell'allegato 6 “a parziale modifica dell'ordine di servizio n.9 del 14/02/2005 dispone etc..........” e come invece al contrario non rispettava l'ordine ministeriale sui telefonini facendo una semplice disposizione di servizio dove autorizzava tutti i giorni il geometra civile ad accedere all'interno dell'Istituto con il telefonino (allegati 4 e 7).

In tutta questa vicenda prendo atto mio malgrado di come un ordine ministeriale possa non valere nulla e come al contrario un semplice e ingiusto ordine di servizio rimanga contro di me perpetuo in un carcere non permettendo un semplice ritiro di un atto in segreteria una volta convocati..
Dichiaro con la presente che qualora dovessi ricevere altre comunicazioni da parte del carcere di Trapani non andrò a ritirarle in loco bensì aspetterò un invio presso il mio domicilio o in altre sedi..
Faccio presente che in data 19/03/2014 ho ricevuto raccomandata A/R con il provvedimento che mi riguardava (allegato 8).
Nell'allegato 9 Le documento quanto inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di Roma.
Signor Procuratore, per tutti quei reati persequibili a QUERELA - DENUNCIA da me esposti in narrazione, CHIEDO la punizione dell'ex Direttore VAZZANA FRANCESCA  responsabile del complotto nei miei riguardi per abusi e stalking sia penalmente che per risarcimento danni.


La presente contiene n.2 pagine e 9 allegati.






Trapani                                                                                                                   IN FEDE


Come si evince dalla documentazione della Procura, la mia denuncia  viene iscritta a Mod. 45 quando invece doveva essere iscritta a Mod. 21 visto che è specifica con nominativo, il PM doveva come suo dovere chiedere al GIP con motivazione la sua richiesta archiviazione ed io dovevo avere la possibilità di eventuale opposizione all'archiviazione da parte del. GIP.
Invece il PM decide di fare tutto da solo è archivia la mia denuncia, addirittura, come si evince dalla documentazione scrive: "Definito da questo PM con archiviazione"NON menzionando come da me richiesto nel 335 le proprie generalità. (Sapeva che avrei pubblicato tutto su internet).

ATTENZIONE - APPELLO AL PM "ANONIMO" DELLA PROCURA DI TRAPANI.
PM se trova un po di tempo, si deve leggere all'interno del mio blog in basso, quello che hanno scritto al riguardo dei telefonini nelle carceri un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria del Lazio e un Brigadiere della Finanza.


L'illegalità continua nel  post più vecchio.

giovedì 12 giugno 2014

Non ha vinto la Legalità, ha vinto l'illegalità di alcuni Magistrati della Procura e Tribunale penale di Trapani


Mai dimenticare le parole del Dott. GIOVANNI FALCONE:  Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.

Mai dimenticare le parole del Dott. PAOLO BORSELLINO: E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. 


PERCHÉ E CAMBIATA LA MIA VITA.
Non volevo fare altro che il mio lavoro da poliziotto penitenziario, cosi come l'avevo iniziato nel rispetto delle regole dello Stato nel lontano gennaio del 1979.
Ero una persona corretta e degna di portare a casa nella mia splendida famiglia la mia onestà, i soldi che mi dava lo Stato mi ripagavano tutti i miei sacrifici svolti con onore, se non che, dopo 25 anni di servizio una "maledetta giornata" ma ero nel mio luogo di lavoro........... ascoltate il video.

Dopo tanti anni ancora oggi mi chiedo tutti i giorni e non mi so dare una risposta in merito:
1) PERCHÉ dei civili dovevano entrare obbligatoriamente con i telefonini nel carcere di Trapani???.
2) PERCHÉ per bloccare io queste persone coi i telefonini come Ordine Ministeriale ho dovuto subire sulla mia persona un massacro da parte dei miei ex Superiori del carcere di Trapani???.
3) PERCHÉ il mio ex datore di lavoro il Dipartimento dell'Amministrazione della polizia penitenziaria  ha permesso ai miei ex Superiori questi abusi e questo massacro sulla mia persona???.
4) PERCHÉ alcuni "Magistrati" della Procura di Trapani visto le mie denunce non sono intervenuto in merito e PERCHÉ  hanno massacrato la mia persona con violazione di procedure di legge???.
5) PERCHÉ nessuno della Magistratura e nessuno delle Istituzione vuole intervenire in merito a tutto questo massacro che ho dovuto e che sto subendo da anni sulla mia persona???.

LA REALTÀ, Documentazione dell'Ordine Ministeriale sul divieto assoluto dei telefonini che vi è in tutti i carceri d'Italia, SOLO il Magistrato può entrare con il telefonino all'interno delle carceri.


LE "DUE" GIUSTIZIE ITALIANE. Le mie affermazioni veritieri in questo video hanno una documentazione a seguito con atti della Procura di Trapani dove non servono testimoni.


1) LA MIA PRIMA AFFERMAZIONE NEL VIDEO.
Le mie denunce presentate alla Procura di Trapani contro i miei ex Funzionari e il medico del carcere di Trapani

Come si evince dagli atti della Procura tutte le mie denunce vengono iscritte al Mod 45, come affermo nel video le mie denunce dal Mod. 45 dopo le indagine del PM erano passati al Mod. 21 contenenti reati penali nei confronti dei miei ex Funzionari e del medico del carcere.

INSPIEGABILMENTE , Le mie denunce vengono sottratte al Pm che da anni aveva svolto le indagini ed aveva riscontrato i reati penali  e assegnati ad un altro Pm che era in missione  da pochissimo tempo alla Procura di Trapani, quest'Ultimo, nell'arco di tre messi mi archivia tutte le mie denunce non facendo fede al lavoro che avevo svolto da anni il suo collega. IL PARADOSSO: nella fretta di archiviare le mie denunce dimentica di archiviare un reato penale art.479 che aveva visto il suo collega Pm nelle sue indagini .

Come si evince dalla documentazione il PM chiede l'archiviazione della mia denuncia indicando solo 3 reati penali, quando in effetti come documentazione i reati ascritti all'ex mio comandante LA TORRE erano 4, non vi è scritto nell'archiviazione il reato 479.

DAVANTI LA PROCURA E TRIBUNALE DI TRAPANI NEL CARTELLO IN ALTO  HO SCRITTO: ATTENZIONE - ATTENZIONE - 
CERCASI DISPERATAMENTE ALLA PROCURA DI TRAPANI IL REATO PENALE ART.479. IL PM MONTI LO HA LASCIATO IN GIRO NEI VARI UFFICI.

2)  LA MIA SECONDA AFFERMAZIONE NEL VIDEO.

L'ex Procuratore Capo Maccabeo e il Sostituto Procuratore Di Transo della Procura di Trapani, entrambi hanno violato l'articolo 364 del Codice di Procedura Penale sulla mia persona e mi hanno inviato a giudizio, il Procuratore Capo Maccabeo mi ha negato che era presente all'interrogatorio.....BUGIARDO.
Documentazione: Procedimento penale sulla mia persona datato 09 marzo 2005, mi è stata notificata in data 08 marzo 2005.



 La notifica all'Avvocato per la mia difesa messo d'Ufficio dalla Procura di Trapani, gli è stato notificato  in data 15 marzo 2005, sei giorni dopo che ero stato interrogato e inviato a giudizio,




Interrogatorio sulla mia persona datato 09 marzo 2005 in Presenza del Procuratore Capo Maccabeo e del Sostituto Procuratore Di Transo alla Procura di Trapani

Come si evince dalle firme del Procuratore Capo Maccabeo, dal Sostituto Procuratore Di Transo e dalla mia firma, NON vi era nell'interrogatorio per la mia difesa NESSUN avvocato presente.

Pur non  essendoci presente nessun avvocato per la mia difesa,vengo inviato lo stesso in  giudizio  dal Procuratore Capo Maccabeo e dal Sostituto Procuratore Di Transo.
Il Giudice Camassa mi condanna di reato penale (molestie) per i miei occhi valutati aggressivi, rancorosi e minacciosi dal mio ex Funzionario, il giudice nella sentenza scrive  "TORVI" e sia perché esibivo al pubblico quello che avevo subito contro l'articolo 21 della Costituzione e contro i regolamenti interni da parte del mio ex Funzionario del carcere di Trapani.


Documentazione: Questo è il cartello che esibivo al pubblico nelle mie manifestazioni pacifiche. Visita medica con abuso d'ufficio da parte del mio ex Funzionario del carcere di Trapani
Sentenza: il Giudice conferma la molestia perché esibivo al pubblico la firma del mio ex Funzionario datato 10/11/2004.

I miei occhi TORVI.

Sentenza. Il mio funzionario giudica i miei occhi aggressivi rancorosi e minacciosi, il Giudice scrive "TORVI", inoltre, il Giudice sapeva come dichiarazioni degli Ufficiali di PG che la mia abitazione si trova a cinque metri dal mercatino del pesce e della frutta.
L'illegalità continua nel  post più vecchio.

mercoledì 11 giugno 2014

Non ha vinto la legalità, ha vinto l'illegalità di alcuni Magistrati della Procura e Tribunale penale di Trapani

Sono stato indagato innocentemente del reato penale art. 368 (calunnie) perché ho detto dinanzi al Giudice Monocratica delle verità contro alcuni Magistrati della Procura e Tribunale di Trapani.


Le mie memorie difensive presentate al PM Caltanisetta. 

Come si evince dalle mie memorie difensive, ancora una volta, documento al PM  con atti di Procura e Tribunale di Trapani che le mie dichiarazione rese  dinanzi al Giudice Monocratica di Trapani sono verità e non sono mie calunnie nei loro confronti.
Nei prossimi giorni pubblicherò l'esposto contro il Giudice monocratica del Tribunale di Trapani presentato al Procuratore Capo della Procura di Caltanissetta.

Sulla loro illegalità potrei ancora continuare a documentare, per il momento mi fermo qui.

giovedì 5 giugno 2014


FINCHE’ C’E’ LOTTA C’E’ SPERANZA…



Giuseppe Picone ha 54 anni, oggi è in pensione forzata, ma 27 anni della sua vita li ha passati a servire lo Stato come poliziotto penitenziario presso la Casa Circondariale di Trapani. Due medaglie al merito di servizio, una d’oro e una di bronzo, a testimonianza della onorabilità ed efficienza del suo lavoro.



Dieci anni fa, nel novembre 2004, inizia quello che lui stesso definisce “il suo calvario”. Una mattina di giugno, il signor Picone, in servizio presso la seconda porta d’ingresso dell’istituto, impediva l’accesso al geometra Leo Massimo perché aveva con se un telefono cellulare e un computer portatile (come previsto dall’ordinanza di servizio n 175/2000, vigente in tutte le carceri italiane, che dispone “il divieto assoluto di introdurre telefoni cellulari oltre la 1^ porta, eccezione fatta per i Magistrati che accedono in Istituto per ragioni del loro ufficio”). Da quel giorno, Picone incontrerà spesso il geometra, al quale ogni volta vieterà l’accesso, fino al giorno in cui il direttore dell’Istituto non emetterà l’autorizzazione ad accedervi con telefonino e pc (nessun funzionario può modificare un ordine di servizio ministeriale senza che sia stato autorizzato dall’organo che lo ha emesso).




Nel novembre 2004, durante un’assemblea sindacale, Picone riferiva a proposito di fatti successi all’interno dell’Istituto. Dopo l’intervento veniva duramente contestato dal Comandante di Reparto Giuseppe La Torre, il quale prima lo accusava di non attenersi all’ordine del giorno, e poi preso da crisi di isterismo abbandonava la stanza. Nella stessa sede, il direttore Francesca Vazzana protestava contro Picone di essere d’ostacolo all'odierna trattativa e lo definiva “il pazzo, incapace di intendere e di volere”(come documentato da una relazione del Segretario Generale Provinciale CGIL Mimma Argurio).



Lo stesso direttore che il giorno dopo imporrà d’autorità una visita medica al signor Picone per “i comportamenti anomali assunti durante la riunione sindacale del giorno 09.11.2004”, contro il regolamento in quanto riferito a fatti avvenuti durante orario di assemblea sindacale, e non di servizio.


Giuseppe verrà visitato diverse volte: la prima volta dal medico del lavoro, che lo dichiarerà idoneo;


la seconda, dal dottor Alberto Barbara , indicato dal direttore Vazzana, dal quale verrà dichiarato “NON IDONEO a proseguire il servizio d’Istituto”, e per questo inviato all’Ospedale Militare di Palermo per ulteriori controlli.

Ed è proprio qui che inizia l’Odissea. Dopo essere stato dichiarato definitivamente idoneo alle mansioni lavorative,

Picone rientra in servizio presso l’istituto, ma in una sezione differente da quella precedente in cui gli viene disminuita l’anzianità, anteponendogli come capo un agente più giovane di lui. Quando chiede spiegazioni all’Ass. Capo Luigi Malato, questi scrive una relazione in cui lamenta una presunta aggressione da parte di Picone


(poi smentita da un collega).


A seguito di questa calunnia, il Direttore Vazzana e il Comandante di Reparto La Torre lo censurano,

contestandogli la (falsa) relazione del collega Malato.


A tutto questo, Picone reagisce in modo impulsivo, prima prendendo Malato per un braccio,



e poi cercando di strappare la falsa relazione. Bloccato dai colleghi, viene ordinata l’ennesima visita medica che viene immediatamente eseguita dal dottor Barbara(lo stesso della seconda visita): non idoneo e rinviato all’Ospedale Militare di Palermo. Nell’attesa, Picone si chiude nella stanza in cui era solito cambiasi, ma i colleghi preoccupati rompono la serratura e sfondano la porta. Quando l’indomani Picone si reca in ospedale porta con se una busta sigillata dell’Istituto penitenziario, contente, scoprirà poi, un certificato del dottor Barbara in cui vi era scritto che dopo la visita Picone si era barricato in una stanza.



Nei giorni successivi, durante le visite, gli psichiatri parlano chiaro: quel certificato sarebbe stato la fine della sua carriera. Viene prima messo in convalescenza e poi ufficialmente congedato per “discontrollo degli impulsi con inadattabilità ed opposività in soggetto con pregresse note d’ansia”.

Ancora prima di essere congedato, il direttore Vazzana emette un’ordine di servizio che vieta a Picone di entrare nell’Istituto.


Quando una mattina questi vi si reca per espletare alcune documentazioni, lo lasciano attendere in una sala d’aspetto priva di bagno per OTTO ORE. Giuseppe chiede ripetutamente di poter entrare nell’istituto per andare in bagno, ma venendogli continuamente negato, è costretto a farla in una bottiglia(un assistente capo della polizia non può entrare nell’Istituto, ma il geometra che viola l’ordinanza si!).




Il giorno dopo il direttor Vazzana lo denuncerà per atti osceni in luogo pubblico, procedimento che verrà archiviato dal pm Luciano Di Transo.

Picone denuncia gli abusi subiti da parte dei suoi superiori, ma lui stesso viene querelato dal comandante di reparto Giuseppe La Torre per avergli (sempre presuntamente) urlato “sei un bastardo” e per aver provato a tirargli un pugno, mancandolo (verrà poi assolto).


Nella notifica, datata 8 marzo 2005 vi è una convocazione per essere sottoposto a interrogatorio prevista per il 9 aprile 2005, che verrà effettuato, invece, il giorno successivo alla notifica.



Picone si presenta alla Procura di Trapani, dove verrà interrogato dal Procuratore Della Repubblica Giacomo Bodero Maccabeo (oggi Procuratore Capo del Tribunale di Como) e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Di Transo,


senza la presenza di un avvocato. L’avvocato gli viene assegnato d’ufficio, al quale però il decreto di nomina di difesa viene notificato in data 15 marzo, ben SEI GIORNI DOPO la citazione in giudizio e l’interrogatorio.



Picone si rende conto che c’è qualcosa che non va il giorno della prima udienza, quando il suo avvocato si rifiuta di presentare la documentazione per la difesa e addirittura di firmarla, preferendo lasciare il mandato dinanzi al giudice. Insospettito, Picone si reca presso la Procura e chiede di visionare il suo fascicolo dove scopre le violazioni poste in essere dai procuratori nel corso del suo interrogatorio. Inizia così a scrivere lettere a Maccabeo (che non riceveranno mai risposta), a distribuire volantini, e fare manifestazioni per chiedere di essere ascoltato. Accompagnato da un questore di Trapani, riesce ad incontrare Maccabeo per chiedergli spiegazioni, ma questi nega tutto. Nel frattempo, tutte le denunce presentate da Picone nei confronti dei suoi superiori Vazzana e La Torre, il dottor Barbara che erano state confermate da un primo pm (di cui Giuseppe preferisce non fare il nome),


vengono in seguito affidate al pm dr Monti, e nel giro di 3 mesi tutte archiviate.

Siamo ormai nel 2009 ma Giuseppe non si perde d’animo e continua a manifestare, incatenandosi per protesta, davanti a Montecitorio, davanti al Quirinale, davanti alla Procura della Repubblica a Trapani, dove vede entrare e uscire ogni giorni il procuratore Maccabeo. Gli grida “sei un delinquente”

e per questo viene querelato e portato dinanzi al giudice, dove esterna dichiarazioni spontanee a proposito dei dottori Maccabeo e Di Transo sulle violazioni subite.


Il processo si conclude con l’ascrizione del reato perché il fatto non sussite, ma il giudice dispone la trasmissione degli atti alla Procura di Caltanissetta per il reato di calunnia (PER AVER DETTO IL VERO SUGLI ABUSI SUBITI DAI PROCURATORI), tutt’ora risulta indagato.


Nel corso di tutti questi anni Giuseppe si è rivolto a giornali, televisioni, radio, dipartimenti, procure, senza riuscire ad ottenere l’attenzione sufficiente a smuovere qualcosa. Una volta viene addirittura intervistato dalle iene, e quando chiede perché il servizio non sia andato in onda gli rispondono “la sua storia è troppo complicata!”. Al telefono Giuseppe mi confessa “a me piace la legalità, perché per lei io chiudevo delle persone umane nelle celle. Queste persone avevano una condanna e pertanto la legalità dice –tu hai una condanna? Allora devi pagare. Se per tutti questi anni io ho rispettato queste regole,allora perché ora che cerco la legalità trovo solo bugie?”. Quello che Giuseppe ha passato in questi dieci anni non credo sia descrivibile a parole: abusi, umiliazioni, calunnie e diffamazioni di ogni genere; è stato tagliato fuori, fatto credere insano di mente, gli hanno tappato la bocca, poi, non soddisfatti, lo hanno imputato di vari reati per aver detto L’ASSOULTA VERITA’, così come aveva sempre fatto nel corso della sua vita. Tu riesci a immaginarla la frustrazione quando hai voglia di urlare, ma hai paura di non essere ascoltato o di non essere creduto? Come ti sentiresti se da un giorno all’altro tutto quello in cui hai sempre creduto si dimostrasse un’autentica farsa? Se Giuseppe fosse stato un uomo qualunque tutto questo non sarebbe mai successo. Quella mattina avrebbe potuto chiudere un occhio e lasciar passare il geometra, avrebbe completato il servizio giornaliero e sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia e via da capo per il resto dei suoi giorni. Giuseppe quel giorno, più o meno consapevolmente, ha fatto una scelta: essere onesto, scrupoloso e rispettare le regole, perché è questo che fa un buon poliziotto. In un sistema in cui la corruzione regna sovrana, fatto di trame e interessi che si intrecciano tra loro da un lato, e di una burocrazia lenta e inefficiente dall'altro, se ci fosse un Giuseppe Picone in ogni strada questo stato di cose potrebbe cambiare: potremmo vivere in un paese dove il cittadino non ha paura di denunciare gli abusi subiti, perché non verrebbe calunniato, isolato e abbandonato, ma anzi compreso, appoggiato e assurto a modello. Vivremmo in un paese in cui chi infrange la legge viene PUNITO in maniera istantanea e secondo precisi criteri, in un paese in cui potremmo dire “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”. Io non ci sto a rimanere impassibile e a subire passivamente qualsiasi decisione imposta dalle istituzioni perché “tanto questa è l’Italia!”, perché da sempre vige la legge del lascia passare, e nessuno vede niente, sente niente, dice niente. Basta con l’omertà, col disinteresse, con l’indifferenza: quando la verità è lì, proprio davanti ai tuoi occhi, NON PUOI GIRARTI DALL'ALTRA PARTE e fare finta di niente. Io ci credo…
…PERCHE’ CHI SOFFRE USA L’ANIMA.

PS per le persone in mala fede, troverete ogni singolo documento sulla pagina facebook e sul blog di Giuseppe.

Al Signor Presidente del Consiglio Renzi e al Signor Ministro della Giustizia Orlando.

31 maggio 2014 alle ore 8.02
da: Giuseppe Picone <pikeni.picone@gmail.com>a: "matteo@governo.it"
 segreteria.ministro@giustizia.it 
Conferma invio messaggio al Presidente della Camera rif: 35430 inviato il 31/05/2014 alle ore 12:27 è stato confermato
Presidente del Senato pietro.grasso@senato.it
data: 31 maggio 2014 07:54

Mi chiamo Giuseppe Picone ho 54 anni, per 27 anni ho fatto il poliziotto penitenziario ed ho ricevuto due medaglie al valore, una d'oro e una di bronzo, a testimonianza del mio umile lavoro svolto con onore e onestà.

La presente e-mail verrà inviata oltre alle Vostre Signorie per conoscenza, al Signor Presidente della Repubblica, ai Sigg. Presidente di Camera e Senato e a tutti i Sigg. Deputati e  Sigg. Senatori, inoltre verrà pubblicata su Internet.

Signor Presidente e Signor Ministro in questa quarta e-mai, vorrei documentare l'iniziativa intrapresa da alcuni Giovani di diverse città d'Italia, che colpiti dalla mia storia, hanno voluto esprimere il proprio pensiero sulla legalità, e il loro disappunto di fronte ad una vicenda del genere. 

Questo è il contenuto che ho pubblicato su internet:
APPELLO - APPELLO - APPELLO - APPELLO - APPELLO - APPELLO
Al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri del Governo, ai Presidenti di Camera e Senato e a tutti i Deputati e Senatori. Domanda: Chi di Voi mi vuole spiegare perché NON dovevo rispettare le regole dello Stato, e il perché dovevo subire da parte dei miei funzionari de carcere di Trapani violenze psicologiche contro la Legge????????????.
Dimenticavo di dirvi, io non mollo, anche perché, l'omertà del silenzio non dovrebbe fare parte dello Stato.
All'interno del blog troverete della documentazione in merito.
http://gepico.blogspot.com/2014/05/finchece-lotta-ce-speranza-giuseppe.html

Signor Presidente e Signor Ministro, Vi faccio presente che per la mia storia crudele che vivo da moltissimi anni, nel web  ho intrapreso una iniziativa indirizzata alle Vostre Signorie, creando una petizione alla ricerca di 5000 firme da persone comuni del Paese.

Per l'ennesima volta mi preme portare alla Vostra attenzione la mia storia, documentato passo passo all'interno del mio blog, sperando di ricevere risposta dallo Stato e dalle Istituzioni. 

Grazie in anticipo.


In fede, firmato Giuseppe Picone
91100 Trapani - Sicilia

Nel post più vecchio troverete l'email che ho inviato  al Presidente della Repubblica e a tutti i Deputati della Commissione Giustizia della Camera..