giovedì 20 giugno 2013

OTTO anni della mia vita che documento che vi sono Magistrati scorretti nessuno fino oggi vuole intervenire.

Ieri sera guardando la trasmissione a  canale 5 Tg5puntonotte su i Magistrati d'Italia, vi era presente oltre ai Giornalisti, l'On. Berdardini, il Presidente della Commissione Giustizia del Senato Dott. Francesco Nitto Palma e il Presidente della Associazione Nazionale Magistrati ANM.
Ho capito il perché una persona innocente deve passare anni e anni di inferno sempre se arriva alle verità a poter dimostrare le scorrettezze di alcuni Magistrati, indipendetemente a questo, l'On. Benardini ha detto oltre migliaia di casi solo 4 Magistrati hanno pagato.
Ecco il perchè da otto anni della mia vita che documento che alla Procura e Tribunale di Trapani vi sono Magistrati scorretti e nessuno della Magistratura e nessuno delle Istituzioni interviene contro questi "signori" che rovinano la vita agli innocenti e alle loro famiglie.
Ecco il perchè mi ritrovo di nuovo indagato art. 368 c.p. (calunnie) per avere detto la verità   sulle scorrettezze di alcuni Magistrati della Procura e Tribunale di Trapani dinanzi al Giudice Monocratica Brignone del Tribunale di Trapani, tutto questo nel nostro paese Democratico è solo aberrante.
Appello al Signor Presidente della Repubblica, Governo, Senato, Camera e Istituzioni in Generale, questa "peste" di Magistratura scorretta non deve fare parte della Magistratura Italiana ed è dovere Vostro cercare immeiatamente la soluzione, anche perchè, se non si entra in questo labirinto scorretto senza via d'uscita, non si può capire oltre la rovina le sofferenze che si provano e che trasmetti alla propria famiglia.
Questo schifo in Italia deve finire, nessuno per la legge dello Stato ha il diritto di rovinare la vita alle persone e vanno perseguite anche se si è Magistrati.
Il cittadino che documenta con atti di Procura le scorrettezze dei Magistrati sia alla Magistratura e sia alle Istituzioni immediatamente deve essere tutelato, no deve essere lasciato da solo e abbandonato al massacro di questi Magistrati scorretti senza coerenza e senza coscienza.
Il blog contiene con atti documentati le scorrettezze di alcuni Magistrati della Procura e Tribunale di Trapani, fuori dalla Magistratura i Magistrati scorretti senza dignità e senza coscienza.

sabato 15 giugno 2013

Quando il Giudice si sente "SUPERIORE E' FORTE DEL SUO POTERE", ti massacra anche se sei innocente. Parte Seconda.

Dinanzi il Giudice Monocratica Brignore ho dichiarato: "Io oggi mi trovo una condanna perché questi signori non hanno rispettato quelli che sono i termini di legge. Le posso dire di più, non mi hanno permesso nel processo in cui sono stato condannato, pagando, di essere sentito il base al codice di procedura penale dal dottor BELVISI, ho pagato pure per essere sentito, anche questo mi è stato negato, che cosa devo subire di più?".
Dal momento che mi è stato notificato che ero indagato  dal Pm BELVISI e poiché avevo venti giorni di tempo per essere sentito dallo stesso , presentavo al Pm   richiesta  per essere sottoposto dallo stesso ad interrogatorio, comunicato successivamente anche il  il mio difensore di fiduccia, per avere copia della mia richiesta presentata alla Segreteria del  Pm BELVISI, pagavo con marca da bollo euro 3,10 la mia richiesta, il Pm BELVISI  mi ha fatto convocare assieme al mio avvocato negli Ufficiali di P.G. esclusivamente per essere sentito solo per quello che era successo davanti la mia abitazione con la denunciante ex mio Funzionario. Il Pm BELVISI non mi ha mai sentito come mia richiesta e mi ha inviato prima davanti al Gup e poi il Gup mi ha inviato in processo davanti il Giudice Monocratica CAMASSA.
(troverete la documentazione in merito negli link utili.

Dinanzi il Giudice Monocratica Brignore ho dichiarato:" Come Lei stessa può verificare dagli atti 3019/08 R.G. modello 21 a mio carico, il mio legale aveva documentato tutto quello che avevo subito dal mio ex funzionario, compreso che per quattro anni ed era mio diritto di recarmi alla Casa Circondariale di Trapani a chiedere un atto che dovevo presentare nel processo in cui il procuratore Capo Maccabeo e il Dottor Di Transo mi avevano in giudizio. Per quattro anni quell'ex mio funzionario non mi ha rilasciato quegli atti. Come lei può verificare dagli atti 328 della registrazione sentenza del Giudice CAMASSA, io nella mia manifestazione esibivo quello che avevo subito dal mio ex Funzionario. Il Pm che aveva gli atti, il Giudice CAMASSA che aveva gli atti nella stessa sentenza mi accusano di molestie nei confronti del mio ex. Pertanto se una persona che subisce una violazione dell'articolo 21 della Costituzione, che ha pieno di documentarlo a qualsiasi ordine di giustizia, viene considerato molestia perché lo esibivo al pubblico, vorrei capire se la legge è quella che ho onorato io da 27 anni di servizio è uguale per tutti. Ma bensì se io lo devo pagare perché l'ho mostrato al pubblico, il mio superiore che l'ha VIOLATO che cosa gli spetta per legge? L'ho sempre detto, in tutti i luoghi. ecco perché sono ho detto a quelle persone (magistrati e Giudice) quelle frasi, o meglio dire, "delinquenti, uccidente la persona".
Il Giudice Monocratica Brignone mi risponde: " Signor Picone, adesso lei mi ascolta. Io non ho detto che lei non può documentare, lei può documentare quello che vuole e produrre gli atti, ma la legge quella che lei dichiara di rispettare, mi impone di giudicare per un'accusa specifica. I documenti che lei vuole produrre non attengano a quella accusa".
Oggi mi chiedo e vi chiedo visto che le mie dichiarazione e la mia documentazione non attengano a quella accusa, perché il Giudice Monocratico Brignone  nella sentenza scrive: Ravisandosi, però nelle dichiarazioni del Picone gli estremi del delitto di calunnia nei confronti di diversi Magistrati, alcuni dei quali tuttora in servizio in questa sede, si dispone la trasmissione degli atti rilevanti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta per le determinazioni di competenza.
Non doveva vedere gli atti se le mie dichiarazioni erano veritieri, prima di affermare nei miei confronti che erano calunnie? e non era stato il Giudice stesso che mi aveva detto la legge MI IMPONE DI GIUDICARE PER LE ACCUSE SPECIFICHE?.
Il giudice scrive: P. Q.R. ASSOLVE Picone Giuseppe dal reato ascrittogli perché il fatto non sussiste.
 Visto l'art. 3 31 c.p.c.( notizia di un reato perseguibile di ufficio) dispone la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta per quanto di competenza in ORDINE AL REATO DI CALUNNIA.

Prima di accusare una onesta persona per calunnie agli altri Organi di competenza, è dovere del Magistrato anche tramite l'Ufficiali di P.G. accertare se le dichiarazioni rese dalla persona  addirittura indicando il numero del procedimento di Procura corrispondevano a verità o al falso, cosa che ahimè il Giudice Brignone per la sua superficialità  non ha fatto sulla mia persona.
Nessun cittadino compreso i Magistrati hanno il diritto di fare indagare una persona innocente ingiustamente solo perché ha detto delle verità contro Magistrati, tutti i cittadini che dichiarano calunni alle altre persone ne sono responsabili davanti  la legge dello Stato.

Pertanto, presenterò memoria difensiva documentata al Pm di Caltanissetta per cui sono indagato, presenterò alla Procura di Caltanissetta un esposto documentato contro il Giudice Brignone e invierò raccomandata A/R documentata al CSM dove chiederò la punizione disciplinare nei confronti del Giudice Brignone per avermi innocentemente e ingiustatemente fatto indagare per il reato art. 368 c.p. (Calunnie)

Negli link utili troverete documentazione sentenza inerente al Giudice CAMASSA e documentazione sentenza inerente al Giudice BRIGNONE.




venerdì 14 giugno 2013

Quando il Giudice si sente "SUPERIORE E' FORTE DEL SUO POTERE", ti massacra anche se sei innocente. Parte prima. .

In data 12 giugno 2013 mi è stato notificato che sono INDAGATO di cui all'art. 368 del Codice Penale (Calunnie) perché, nelle mie dichiarazione spontanee dinanzi al Giudice Monocratica Brignone di Trapani a suo dire scrive: "INCOLPAVA, PUR SAPENDOLI INNOCENTI, l'ex Procuratore della Repubblica Giacomo Bodero MACCABEO, il Sostituti Procuratori Luciano DI TRANSO e Franco BELVISI, il Giudice Alessandra CAMASSA, tutti in servizio presso al Tribunale di Trapani, del reato di abuso d'ufficio e, segnatamente, accusava i predetti della responsabilità di gravi violazioni di legge portato in un'ingiusta condanna di molestie pronunciata dal Giudice CAMASSA.
Anzitutto premetto che nella mia vita non ho mai calunniato nessuno, anche in quella sede dinanzi al Giudice Monocratico ho dichiarato esclusivamente quello che avevo subito contro il Codice di Procedura Penale art. 364 da parte dell'ex Procuratore Maccabeo e del Sostituto Procuratore Di Transo. 
Queste sono state le mie dichiarazioni al Giudice: "come Lei può verificare dagli atti 29/05 modello 21 a mio carico, il Procuratore Capo Maccabeo e il Sostituto Procuratore Di Transo mi hanno interrogato senza che vi era nessun legale presente e mi hanno inviato a giudizio. Preciso che il legale che avevano d'ufficio glielo hanno notificato sei giorni dopo".
Qualsiasi Giudice che onora il proprio delicato lavoro, prima di scrivere e far indagare un  onesto cittadino avrebbe verificato se in effetti tutto quello che avevo dichiarato corrispondeva alla verità o al falso, purtroppo, il Giudice Brignore  nella Sua Superiorità questo non la fatto, Ecco la motivazione  della Sua Decisione sbagliata  "INCOLPAVA, PUR SAPENDOLI INNOCENTI".
Chi commette delle violazioni voluti non sono innocenti come afferma il Giudice Brignone, ma sono delle persone scorretti nei confronti del cittadino e della legge.
La documentazione di quello che ho scritto si può visionare nei link utili, nel prossimo  vi documenterò in merito al Sostituto Procuratore BELVISI e al Giudice CAMASSA. 


martedì 11 giugno 2013

L'opposizione

Oggi aggiorno il blog informando i lettori riguardo la motivazione per la quale non ho iniziato ieri la mia protesta, come da me anticipato nel primo post. Purtroppo domenica sera è venuta a mancare improvvisamente la zia di un mio carissimo amico, che tra l’altro conoscevo di persona, essendo trascorsi già sette mesi da quando ho cominciato a seguire suo figlio disabile, accompagnandolo al centro diurno di recupero. Questo ragazzo quarantenne è chiuso nel suo silenzio e ora si è affezionato a me. Lui basta che mi vede e che io gli dico andiamo e lui subito mi segue: io me lo porto in giro, ci andiamo a mangiare u pani cunzatu, come si dice dalle mie parti, cioè condito, lo so che ora mi chiederai la ricetta come facesti con gli arancini di riso il giorno di santa Lucia; qualche altra volta andiamo anche a mangiarci la pizza in compagnia di questo mio carissimo amico che mi è sempre stato vicino aiutandomi in tutti i modi. Io gliene sono infinitamente grato e quando si è presentata questa opportunità di volontariato ho accettato al volo, perché per me è importante anche questo, poter dare una mano a chi ne ha bisogno. Per questo ho rinviato la mia protesta. Stamattina si sono svolti i funerali della donna.
Ma facciamo un passo indietro. Sono trascorsi circa otto mesi dall’ultima volta che mi sono incatenato davanti al Tribunale di Trapani e non ho ricevuto alcuna risposta da parte delle Istituzioni. Io e te ci siamo conosciuti nel web proprio in quel periodo, esattamente il 2 novembre, giorno dei morti, tanto per rimanere in tema... Ero molto provato e tu per prima cosa hai cercato di convincermi di smettere di andarmi a incatenare e crocifiggermi. La procura ad un certo punto mi ha notificato l’invito a presentarmi da loro: mi volevano sentire. A quel punto ho smesso. Mi ascoltarono in merito alla denuncia che avevo presentato come parte offesa, dove ancora una volta nelle mie dichiarazioni allegavo per i fatti che mi riguardano 150 documenti con atti di procura. Hanno verbalizzato ancora una volta quello che mi è successo, di nuovo ho cercato di esporre quanto avevo subito. Questa denuncia il pm di nuovo me la vuole archiviare, con tutta la documentazione che presento trovo davanti a me il solito muro. Il gip deve ancora decidere, i tempi non si conoscono. Perché io ho fatto opposizione: il pm mi ha mandato copia che volevano archiviare, avevo dieci giorni di tempo per fare opposizione, adesso sono in attesa di conoscere le loro nuove decisioni. Dal 15 mag 2013 è già quasi trascorso un altro mese. E io continuo a bruciare nell’attesa di una giustizia che non vuole uscire fuori.
Quelle fiamme che tu hai scelto come sottofondo al blog sono le stesse che mi porto addosso ogni giorno. Il primo pensiero va sempre alla mia famiglia. Io da loro accetto qualsiasi cosa che mi dicono, dopo tutto il male che sento di aver fatto loro, ma, con tutta l’amarezza che ho dentro, vado avanti per la mia strada: mi scuso con i miei familiari perché tornerò a manifestare, non trovando altra via d’uscita sono costretto a ripercorre i soliti passi, ciò in linea con il mio pensiero che rifarei di nuovo tutto quello che ho fatto da otto anni a questa parte in questo labirinto in cui sono entrato senza volere, ripeto, per il semplice fatto di aver svolto il mio lavoro a regola d’arte, avendo sempre rispettato la legge dello stato. Così ho perso il mio lavoro e quindi la mia dignità di cittadino. Io li guardo negli occhi i miei familiari e vedo che la loro serenità non c’è perché io non gliela posso più dare. Tutti i passaggi della vita che fanno le mie figlie, hanno bisogno del padre e lui non c’è. Quando io fino a 45 anni non avevo problemi di nessun tipo. Papà dammi dieci euro e io non ce li ho. Ora manca tutto. Non mi dicono niente, mi guardano, a me basta quello sguardo per capire la sofferenza che hanno. Io capisco e dentro di me brucio. Un anno e mezzo che ho questa piccola mansardina e non riesco a venderla. Per poter sposare mia figlia con tranquillità. Quando ti mancano i fondi è un grosso problema. Io questa sensibilità l’ho vista. La conti nelle mani la sensibilità. La parola poverino appena giri l’angolo non interessa quasi più a nessuno.
 
 
 
 

sabato 8 giugno 2013

Finalmente mi sono deciso a creare questo blog

«Perché quando Giuseppe si mette in testa qualcosa non c’è santo che gliela possa levare», ha precisato per telefono la mia amica scrittrice. Prima del 2 giugno mi son predisposto che dovevo andare lì, alla festa della Repubblica, con la maglietta di Falcone e Borsellino, e ci sono andato, davanti a tutte le autorità. Tutti i giorni andrò a incatenarmi, dalle dieci all’una. Sappiate che vivo con una stanchezza dentro e parlando con chi so io mi escono spontanee, certe frasi mica me le invento: io le sento dentro e le porto fuori senza problemi. Io non sono un esibizionista, sono costretto a farlo, cosa credete, che mi diverta a mettermi sotto al sole cocente, a vergognarmi al pensiero di cosa penseranno per primi i miei dopo tutto questo calvario, oltre a tutte le persone che conoscono me e la mia famiglia, che per caso passeranno lì davanti e mi vedranno, pensate ai colleghi che mi vedranno incatenato dopo tutto quello che ho dato (medaglia d’oro e di bronzo). E cosa diranno i familiari dei detenuti nella sala d’aspetto: «s’é incatenau», e perché? Perché loro non sanno cosa mi è successo. Là è cominciato il mio problema e là deve finire sta storia, ecco perché da domani andrò  di nuovo ad incatenarmi. Ho bisogno delle istituzioni, se sono vero mi devono aiutare, se sono falso mi devono denunciare per diffamazione, ma mi devono spiegare dove sto facendo questa diffamazione. Io non conosco altre leggi, il silenzio non è legge. Io ci tengo solo a divulgare la mia storia personale, non voglio diffamare nessuno. Ringrazio la scrittrice fantasma che mi sta dando una mano, senza il suo aiuto non sarei riuscito a fare questo blob, visto che faccio un mare di errori. Ringrazio anche Massimo D'Angeli, il mio amico psicologo che mi ha spronato affinché mi decidessi: «Giuseppe fai sto blog». E anche tutti gli altri amici di Fb che mi sono vicini. Certo la mia amica va tutelata, mica deve fare la fine del poliziotto del tribunale di Trapani, il quale per aver scritto la verità sulla mia persona si è beccato una condanna penale, pur avendo io testimoniato in quel processo che il poliziotto aveva effettuato il suo lavoro con onestà. Bene, me lo sono portato nella coscienza per almeno due anni, fino al momento in cui in appello è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Ringrazio Dio di avermi levato questo gravissimo peso che mi portavo addosso. Riprendo subito i passaggi di questa storia, per far capire che in effetti il poliziotto non faceva altro che il proprio dovere. Mi stavo recando in tribunale quando ho conosciuto questo poliziotto, il quale mi faceva la fotocopia del documento per identificare il mio ingresso, come da consuetudine. Mi chiedeva la motivazione della mia presenza in quel luogo e io riferivo che dovevo recarmi presso il gip, il quale aveva una mia denuncia come parte offesa. Lo stesso mi indirizzava verso le scale per recarmi al terzo piano dove vi era l’ufficio del gip. La prima volta il cancelliere mi disse che il gip non c’era. La seconda volta che non poteva ricevermi. La terza volta sento lo stesso che conclude: «Il gip con lei non ci vuole parlare perché la sua denuncia è stata archiviata». Quindi riferivo al cancelliere che volevo parlare con il magistrato di turno. Pensavo che fosse nei miei diritti di cittadino. Devo premettere ahimè che ho il timbro della voce un po’ alto. Esce uno da un ufficio e si unisce al cancelliere: «Senta, venga con noi». Pensavo mi portasse dal magistrato di turno e invece i due, il cui secondo scopro successivamente che era un altro cancelliere, mi portano giù al piano terra dove c’era il solito poliziotto che stava prestando regolare servizio e in quel momento era impegnato in una conversazione con due avvocati. Il primo dei due cancellieri va dal poliziotto, il quale poi mi avrebbe riferito che aveva chiesto di attendere un attimo che finiva con i due legali. Io non potevo sentire perché mi avevano intimato di aspettare sul pianerottolo delle scale con il secondo cancelliere. Non contento per la risposta del poliziotto il primo cancelliere se ne va dal maresciallo dei carabinieri, che pure stava in servizio nello stesso luogo. Il carabiniere a quel punto mi invita ad uscire dal tribunale per parlare in merito alla questione che mi riguardava. Finisco di parlare e il carabiniere mi invita ad andarmene. Cosa che ho fatto, ho ripreso la mia macchina e me ne sono ritornato a casa. Il paradosso: in un secondo tempo vengo a sapere che i due cancellieri avevano denunciato il poliziotto perché non era intervenuto. Intervenuto per cosa che io non avevo fatto niente: ero al piano terra tranquillo e pensavo che mi portassero dal pm, invece mi hanno fatto allontanare, ma io me ne sono andato di mia volontà. Cosa c’entrava quel poliziotto? Così per due anni mi sono portato addosso una colpa che io non avevo commesso, sia nei confronti dei cancellieri che del poliziotto in primis. Tant’è vero che io non ho ricevuto nessuna denuncia per offesa da parte dei cancellieri. Questi due invece di denunciare me hanno denunciato l’onesto poliziotto in servizio. Il colmo dei colmi! Dovete sapere che il poliziotto in seguito è stato condannato da Camassa, lo stesso giudice che ha condannato me perché esponevo al pubblico quello che avevo subito dal mio ex funzionario, direttore del carcere di Trapani, dove prestavo servizio in qualità di assistente capo di polizia penitenziaria. Il poliziotto nell’appello grazie a Dio è stato assolto a formula piena perché il fatto non sussiste. È normale che io scambiassi qualche parola con il collega poliziotto, voleva capire quello che mi stava succedendo: si rendeva conto di quello che stavo subendo, ma non è che mi favoriva, rispettava le regole del suo lavoro. Così si è ritrovato imputato per omissioni. In seguito ho conosciuto la moglie, io mi vergognavo per i guai che stava passando il marito a causa mia, invece quella donna mi ha baciato affettuosamente. Io sono rimasto di ghiaccio, stavo svenendo, mentre lei mi diceva: «Mio marito è una persona onesta e quello che ha fatto è solo il suo dovere, il giusto». Vi rendete conto che parole mi ha detto quella signora? Dopo quello che le è costato: due anni di processo e spese legali. Sono dei credenti, credono in Dio, non fanno peccato, persone straordinarie che le conti nelle mani. Io non le ho mai dimenticate quelle parole. Ritornando al poliziotto, dal momento che è stato denunciato ingiustamente, purtroppo anche lui ha avuto i suoi problemi di salute, i quali lo hanno portato al congedo dopo 33 anni di servizio. Sto povero poliziotto che colpe aveva? Non aveva fatto niente e ha passato due anni di guai. Onore al poliziotto che in malafede poteva rovinarmi e invece mi ha sostenuto. Per questo ho voluto ricordarlo nell’apertura del blog.