martedì 11 giugno 2013

L'opposizione

Oggi aggiorno il blog informando i lettori riguardo la motivazione per la quale non ho iniziato ieri la mia protesta, come da me anticipato nel primo post. Purtroppo domenica sera è venuta a mancare improvvisamente la zia di un mio carissimo amico, che tra l’altro conoscevo di persona, essendo trascorsi già sette mesi da quando ho cominciato a seguire suo figlio disabile, accompagnandolo al centro diurno di recupero. Questo ragazzo quarantenne è chiuso nel suo silenzio e ora si è affezionato a me. Lui basta che mi vede e che io gli dico andiamo e lui subito mi segue: io me lo porto in giro, ci andiamo a mangiare u pani cunzatu, come si dice dalle mie parti, cioè condito, lo so che ora mi chiederai la ricetta come facesti con gli arancini di riso il giorno di santa Lucia; qualche altra volta andiamo anche a mangiarci la pizza in compagnia di questo mio carissimo amico che mi è sempre stato vicino aiutandomi in tutti i modi. Io gliene sono infinitamente grato e quando si è presentata questa opportunità di volontariato ho accettato al volo, perché per me è importante anche questo, poter dare una mano a chi ne ha bisogno. Per questo ho rinviato la mia protesta. Stamattina si sono svolti i funerali della donna.
Ma facciamo un passo indietro. Sono trascorsi circa otto mesi dall’ultima volta che mi sono incatenato davanti al Tribunale di Trapani e non ho ricevuto alcuna risposta da parte delle Istituzioni. Io e te ci siamo conosciuti nel web proprio in quel periodo, esattamente il 2 novembre, giorno dei morti, tanto per rimanere in tema... Ero molto provato e tu per prima cosa hai cercato di convincermi di smettere di andarmi a incatenare e crocifiggermi. La procura ad un certo punto mi ha notificato l’invito a presentarmi da loro: mi volevano sentire. A quel punto ho smesso. Mi ascoltarono in merito alla denuncia che avevo presentato come parte offesa, dove ancora una volta nelle mie dichiarazioni allegavo per i fatti che mi riguardano 150 documenti con atti di procura. Hanno verbalizzato ancora una volta quello che mi è successo, di nuovo ho cercato di esporre quanto avevo subito. Questa denuncia il pm di nuovo me la vuole archiviare, con tutta la documentazione che presento trovo davanti a me il solito muro. Il gip deve ancora decidere, i tempi non si conoscono. Perché io ho fatto opposizione: il pm mi ha mandato copia che volevano archiviare, avevo dieci giorni di tempo per fare opposizione, adesso sono in attesa di conoscere le loro nuove decisioni. Dal 15 mag 2013 è già quasi trascorso un altro mese. E io continuo a bruciare nell’attesa di una giustizia che non vuole uscire fuori.
Quelle fiamme che tu hai scelto come sottofondo al blog sono le stesse che mi porto addosso ogni giorno. Il primo pensiero va sempre alla mia famiglia. Io da loro accetto qualsiasi cosa che mi dicono, dopo tutto il male che sento di aver fatto loro, ma, con tutta l’amarezza che ho dentro, vado avanti per la mia strada: mi scuso con i miei familiari perché tornerò a manifestare, non trovando altra via d’uscita sono costretto a ripercorre i soliti passi, ciò in linea con il mio pensiero che rifarei di nuovo tutto quello che ho fatto da otto anni a questa parte in questo labirinto in cui sono entrato senza volere, ripeto, per il semplice fatto di aver svolto il mio lavoro a regola d’arte, avendo sempre rispettato la legge dello stato. Così ho perso il mio lavoro e quindi la mia dignità di cittadino. Io li guardo negli occhi i miei familiari e vedo che la loro serenità non c’è perché io non gliela posso più dare. Tutti i passaggi della vita che fanno le mie figlie, hanno bisogno del padre e lui non c’è. Quando io fino a 45 anni non avevo problemi di nessun tipo. Papà dammi dieci euro e io non ce li ho. Ora manca tutto. Non mi dicono niente, mi guardano, a me basta quello sguardo per capire la sofferenza che hanno. Io capisco e dentro di me brucio. Un anno e mezzo che ho questa piccola mansardina e non riesco a venderla. Per poter sposare mia figlia con tranquillità. Quando ti mancano i fondi è un grosso problema. Io questa sensibilità l’ho vista. La conti nelle mani la sensibilità. La parola poverino appena giri l’angolo non interessa quasi più a nessuno.
 
 
 
 

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